Anche quando si tratta di alimentazione mettere tutti d’accordo è un’impresa. In Italia la colazione più gettonata consiste in latte e biscotti per i bambini, o cappuccino e croissant per i più grandi. Statisticamente le donne scelgono la colazione come pasto più importante della giornata, aggiungono al pranzo e alla cena una merenda a metà mattina, una a metà pomeriggio e una dopo cena (pare abbiano bisogno di grande conforto, e lo cercano nel cibo), e in pratica mangiano di continuo e spesso tantissimo. Gli uomini non sono soliti ai break ma sono grandi bevitori di caffè, con o senza zucchero, macchiato e nero, tendenzialmente non usano dolcificanti e il 90% di loro salta la colazione.
Ma da qualche anno il latte è diventato un tabù: i nutrizionisti ci ricordano che siamo l’unica specie vivente a bere latte dopo lo svezzamento (latte di un’altra specie animale), gli oncologi suggeriscono di eliminarlo insieme ai suoi derivati (compresi i gelati!) perché contiene appunto il fattore di crescita, gli endocrinologi ricordano che non è adatto a chi soffre di patologie tiroidee autoimmunitarie e non, e i gastroenterologi lo bandiscono del tutto quando si è alle prese con gastrite, reflusso esofageo, colite.
Oltre a quello senza lattosio o ad alta digeribilità, il 78% delle persone usa quello vegetale con la convinzione che faccia meglio o che abbia meno difetti di quello vaccino (povero lattosio! incriminato ingiustamente perché, per la verità, la parte dannosa del latte è soprattutto la caseina che costituisce l’80% delle proteine totali, proteina di cui non possediamo l’enzima digestivo a partire dalla nostra prima dentizione).
Molte persone ripiegano quindi sulle bevande alternative in buona fede e questo accresce il numero dei consumatori di prodotti che sono ultraprocessati.
Se hai pazienza e sai contenere la tua curiosità aspetta di leggere la parte qui sotto: da mettersi le mani nei capelli!
Quando dobbiamo optare per alternative nutrizionali ai cibi più comuni ecco nascere un groviglio di problematiche piuttosto comuni.
Latte di soja, di avena, di kamut, riso, mandorla, cocco o nocciola sono prodotti completamente differenti l’uno dall’altro, e anche i metodi di estrazione che partono dalla materia prima mescolata ad acqua variano notevolmente fra loro.
Chi si è soffermato sulla composizione nutrizionale apposta sul retro della confezione avrà già notato che all’interno dei prodotti su menzionati sono presenti, in composizione variabile e a seconda della marca, zucchero, fruttosio, dolcificanti come acesulfame K e sucralosio, sale marino, olio di girasole e di karité, emulsionante E 473, carbonato di calcio, fibra solubile di mais, fibra di radice di cicoria, fosfato tricalcico, stabilizzanti vari (pectina, carragenina, gomma di gellano, gomma di guar, gomma di xanthan), vitamine B2, B12, D2, correttori di acidità (fosfati di potassio), alghe fra cui l’alga Lithothamnium Calcareum e direi che posso fermarmi qui, anche se l’elenco sarebbe più vasto.
Molti di questi ingredienti sono dannosi per chi soffre di ovaio policistico, insulino-resistenza, acne, per le persone in sovrappeso o diabetiche.
A queste informazioni ne va aggiunta una piuttosto determinante: un litro di latte vaccino costa all’incirca da 0,75 a 1,80 euro al litro, a seconda della qualità, mentre i prodotti vegetali che vengono definiti bevande costano fra i 2,24 e i 3,49 a seconda delle offerte proposte dai negozianti.
Un altro fattore a cui dobbiamo prestare attenzione è il reale contenuto in proteine del prodotto che sceglieremo. Molti sostituti del latte vaccino contengono 0,2 grammi di proteine al litro e un apporto di zuccheri prossimo ai 3,3 grammi/litro; in pratica voglio sollevare un ragionamento volto a notare che consumare prodotti vegetali al posto del latte ci induce a introdurre alimenti zuccherini con un alto indice glicemico e un quasi nullo apporto proteico. Bisogna prestare attenzione alle etichette: solo alcune marche di latte vegetali contengono 3,3 grammi di proteine/litro e ovviamente sono quelli il cui costo supera i tre euro a confezione.
Detto questo confesso che la mia intenzione è di dissuadere chi è convinto di poter sostituire un prodotto con l’altro senza incappare in errori nutrizionali piuttosto grossolani.
Non sempre una scelta vegetariana o vegana ci difende dall’approccio a una cattiva alimentazione punteggiata da errori o carenze. Le tabelle nutrizionali andrebbero sempre consultate prima di operare una scelta a favore di un prodotto piuttosto che di un altro.
Quando un alimento ha una lista di ingredienti che somiglia a quella di un farmaco, bisognerebbe storcere il naso o per lo meno riflettere. Quando una materia prima acquistata per realizzare una delle nostre ricette contiene più di tre ingredienti, dobbiamo fermarci a ragionare sull’utilità degli altri due. Se la lista degli ingredienti si allunga, il ragionamento non è più sufficiente e, se possibile, dovrebbe scattare il buon senso.
UNA SOLUZIONE POSSIBILE
Se proprio ci tieni a bere una bevanda simile al latte ricavata da sostanze vegetali prova questo ragionamento: se la realizzi con cereali la sostituirai ai carboidrati; se la creerai a partire da legumi o frutta oleosa considerala un alimento proteico.
Procura la materia prima con cui vuoi creare la tua bevanda (per esempio i fiocchi di avena), mettila a bagno in acqua naturale minerale. Lascia riposare qualche minuto e poi frulla con il minipimer a immersione. Filtra il composto e avrai ottenuto un prodotto privo di conservanti che puoi tenere in frigorifero e consumare per circa due giorni. La parte residua può essere utilizzata per polpette, creme di verdura o altre ricette sfiziose.
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Prova a mettere in pratica alcuni dei suggerimenti contenuti in questo articolo e presto la sonnolenza mattutina diminuirà progressivamente insieme all’appetito smodato. Trovi alcune ricette simpatiche nell’articolo RICETTE DI PRIMAVERA
CATERINA CIVALLERO Consulente alimentare, facilitatrice in Psicogenealogia junghiana, scrittrice
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