Il libro di Caterina Civallero Maria Luisa Rossi esce a febbraio 2020 ed entusiasma i lettori; qui di seguito un breve estratto:
Andrea Veneziani
Non ho mai dato così tanta importanza al destino: ho sempre creduto che ciascuno di noi sia pienamente artefice del proprio.
L’incontro con Caterina e Maria Luisa è, invece, avvenuto proprio per casualità o per meglio dire, fortuna. Stavo accompagnando una classe in visita a “L’infinita curiosità”, una mostra di fisica moderna dedicata a Tullio Regge presso l’Accademia delle Scienze di Torino, quando mi avvisano che due visitatrici vorrebbero chiedermi informazioni specifiche sui buchi neri. Da lì è partita la nostra collaborazione: dapprima ho dato un contributo per il loro secondo libro “Modalità gemellare” e poi è nato il progetto di scrivere insieme per la stesura del loro terzo, più scientifico dei primi due.
Ho sempre pensato che dentro noi, intimamente, non fossimo soli ma non ero mai riuscito a dare un nome a questa percezione, tanto che mi ero appassionato di personalità multiple e di come esse potessero coesistere all’interno di una sola persona: alcuni dicono che sfruttiamo solo parte delle nostre capacità intellettive. E se noi sentissimo la necessità di condividerle con qualcun altro dentro noi stessi? E se quella sensazione di vuoto che buona parte di noi sente o ha sentito fosse innata?
Questo libro non vi darà le risposte a tutte queste domande, ma vi porrà dei quesiti a sua volta, sui quali potrete ragionare quotidianamente.
Non bisogna cadere nella tentazione di volere avere sempre una praticità immediata alla teoria:
la fisica quantistica è nata dal fallimento di un esperimento e solo dopo quasi un secolo dalla formulazione della teoria se ne ricavano i benefici.
Vi auguro una buona lettura e spero che possiate emozionarvi come ci siamo emozionati noi a scrivere queste pagine.
Ringrazio Maria Luisa e Caterina per avermi reso partecipe del loro progetto e ringrazio voi lettori, perché, se non ci foste, questo libro non sarebbe mai nato.
Andrea Veneziani
Ringraziamenti
Ringraziare significa considerare, dare dignità di esistenza a qualcosa che spesso non è materiale, ma comunque vitale.
Vitali sono i vissuti, le esperienze, le azioni, i sentimenti. Condividere è onorare l’esistenza di ciò che è vitale e condividere la Vita equivale ad amare. Ringraziare è quindi amare, e come non amare chi, insieme a noi, ha intrapreso, ognuno a proprio modo, percorsi di libertà. Ecco a voi alcuni dei protagonisti di questi percorsi.
Nel condurre ricerche, nel progettare corsi, nello scrivere saggi, nel proporre consulenze ad hoc sulla modalità gemellare abbiamo fin da subito colto, e nutrito, l’importanza di sperimentare e di condividere con il gruppo le esperienze che man mano avvenivano. La modalità gemellare è per sua natura condivisione allo stato puro e proprio in virtù della sua essenza, abbiamo sentito la necessità di chiedere ai Mononati, incontrati nei percorsi e nelle conferenze, di divenire madrine e padrini di un articolo scritto in condivisione.
Questa raccolta di testimonianze che ha dato vita a un articolo dal titolo La modalità gemellare è libertà è nata dall’unione del loro sentire, dei loro vissuti, e si nutre di tutti i punti di vista, mostrando più tonalità e vibrazioni, esprimendo liberamente ciò che la gemellarità integrata rappresenta per ognuno di noi.
Libertà ha come radice lib, che ritroviamo in liberalità, libidine, libare, tutte parole che rimandano all’idea di piacere, di gradimento. Senza impelagarci in disquisizioni filosofiche, teologiche, sociologiche,
potremmo riassumere che libertà è la condizione di chi può decidere a suo piacimento della propria persona, di chi può beneficiare della propria autodeterminazione. Ma la libertà è anche libero arbitrio, libero dal giudice, dal giudizio. Liberarsi dal giudizio di sé è quindi condursi all’autodeterminazione, alla consapevolezza della propria volontà, all’integrazione che conduce al godimento della vita.
Per ognuno di noi la libertà è una potenzialità unica e originale, un ponte che coloro che hanno intrapreso i nostri percorsi di integrazione della modalità gemellare stanno attraversando per apprezzare al meglio del meraviglioso viaggio che è la Vita.
Siamo onorate di condividere con voi alchemiche testimonianze.
In questo capitolo le Persone partecipano condividono e redigono il loro dialogo interiore come fosse la confessione di un segreto che resterà inaccessibile agli altri, pur sapendo, o proprio sperando, che possa divenire specchio in cui ammirare le proprie percezioni.
Grazie dal cuore a Tutti, anche a chi, per questioni di spazio, non è citato.
Conoscere e integrare la modalità gemellare è stato per me come scoprire un nuovo mondo. “… un elastico sempre teso, lacerato e mai spezzato trova una spiegazione ogni azione positiva o negativa ha motivazione non giudicare me stessa e gli altri è una liberazione
dove c’era il vuoto è arrivato un pieno dove c’era il buio è arrivata la luce la paura è diventata coraggio la rabbia è diventata serenità
il dolore è diventato amore
il mio cuore ha ricominciato a nutrirsi di ciò che gli sta accanto …”.
MARISA BALDUCCI Orbassano (To)
Giordano Bruno, contro le antitesi tra la causalità cosmica e la volontà divina, tra la necessità naturale e la libertà morale, tra la finalità trascendente e la finalità immanente, tra il bene ed il male, si sforzò di conciliare tutte queste antinomie, riportando i contrari all’unità assoluta, dove tutte le differenze restano eliminate. Contro il dualismo tra Dio e la Natura, sostenne che Dio non è una causa esteriore al mondo, ma un artista interiore, un principio efficiente, informativo dal di dentro.
La modalità gemellare è l’unità assoluta dei contrari.
“Sia la scienza che molte filosofie, e forse tutte le tradizioni cosmologiche e cosmogoniche delle civiltà che ci hanno preceduti, dimostrano che in qualche modo, palese o cosciente, l’umanità ha sempre saputo che il Tutto, gli universi stessi, non è Uno se non quando è fuso col suo anti- uno; da qui la pulsione in ogni entità di ogni universo a cercare questo altro sé barcamenandosi nel dualismo fino a quando non lo troverà e riuscirà ad integrarlo in sé. Quando l’integrazione sarà completa, in un lampo di enorme energia si annichileranno per trascendersi oltre l’Uno, oltre il Tutto, in un nuovo modo di essere che non possiamo neppure immaginare. Come sopra così sotto, la modalità gemellare, se riconosciuta e ben compresa, potrebbe aprire ai singoli individui scenari e strade che prima non potevano intuire”.
ALESSANDRO ZECCHINATO Cumiana (To)
In Uno, Nessuno, Centomila Pirandello sostiene che la vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l’estraneo siete
voi. Cosi volevo io esser solo. Senza me. Voglio dire senza quel me ch’io già conoscevo, o che credevo di conoscere. Solo con un certo estraneo, che già sentivo oscuramente di non poter più levarmi di torno e ch’ero io stesso: estraneo inseparabile da me.
La modalità gemellare è l’incontro con la Solitudine, con se stessi.
“La modalità gemellare è la presenza senza soluzione di continuità di un vuoto interiore, di una mancanza, di qualcosa in me che mi lascia il senso di incompletezza, perché sento che c’é sempre ma alla quale contestualmente non riesco ad unirmi.
E poi….
Buongiorno! Stamani le mie cellule tutte ripetevano queste parole, così, in automatico mi sono scoppiate in petto:
‘Appocundria me scoppia
Ogne minuto ‘mpietto
Peccèpassanno forte
Hajesconcecato ‘o lietto
Appocundria ‘e chi è sazio
E dice ca è diuno
Appocundria ‘e nisciuno
Appocundria ‘e nisciuno.’
Sono della canzone che preferisco per esprimere ciò che è sotteso alla modalità gemellare: è Appocundria di Pino Daniele https://youtu.be/m_PHWaPbBWY”.
MARIO BORRELLI Napoli
L’abilità magica, che spesso può essere scambiata per follia, rappresenta lo slancio vitale, il coraggio come atto magico, l’eroico furore di un continuo divenire, che è Vita, che è Amore.
La modalità gemellare è saggia follia.
“Sto ancora leggendo il vostro secondo libro: sono tanti gli
argomenti interessanti su cui fermarsi e trovare un’emozione che risuona con il nostro vissuto. Nel mio caso, la sindrome me la sono ritrovata tutta e mi sono aiutata con i vari percorsi di consapevolezza. In questi giorni ho letto un libro molto carico di vissuto emozionale (Come in una gabbia), che mi ha riportato a ricordare il mio lavoro in
un ospedale di riabilitazione psichiatrica. Molti episodi che credevo rimossi mi sono passati accanto e, come ‘l’attimo fuggente, aspettavano la vostra interpretazione per essere capiti. Ho trovato molte analogie sul lavoro della protagonista del libro, una terapeuta di bambini psicopatici, che si muoveva nel campo della psiche, proprio come facevo io. In quel periodo credevo fosse un ‘dono’ la capacità di avvicinarmi in modo viscerale a quel tipo di disturbi, dove buona parte della gente fugge o ne ha paura. Ora ho capito che era un talento, derivato dalla sindrome del gemello che resta.
La vostra ricerca ci rende più consapevoli, districa con risposte chiare il cammino tortuoso della nostra vita”.
Vi ringrazio di cuore, DALMA Bussolengo (Vr)
La modalità gemellare è contemplazione.
“Prima della serata di qualche anno fa alla presentazione del vostro primo libro, non sapevo che esistesse questa sindrome, però man mano che mi sono buttata nell’argomento, e nel libro stesso, ho capito e riposto a molte cose, emozioni, stati d’animo, vuoti, pendenze, mettendo
tutto al proprio posto. Tutto quello che prima non sapevo da dove arrivasse ora ho la certezza che è il mio gemello ‘maschio’ che mi tiene compagnia e mi modella a suo piacimento”.
VALENTINA ARESU Piossasco (To)
Il gemello che resta.
“Leggere questo libro ha suscitato in me molta curiosità.
Inizialmente sono rimasta sorpresa, non mi aveva mai sfiorato il pensiero che potesse esistere una situazione come questa …
Quello che mi è piaciuto pensare, e che continuo a pensare ormai ogni giorno, è il fatto che non si è più soli.
Questo mi incoraggia molto, soprattutto nell’affrontare le situazioni che incontro nella mia vita, come se mi facesse sentire più forte, con l’obbiettivo di dover proteggere e prendermi cura di ‘qualcuno’.
Grazie per questo dono”.
Un abbraccio, ROBERTA LEONE Rivoli (To)
L’alchimista è colui che lavora per la trasmutazione alchemica della propria macchina biologica, emana un’irradiazione intorno a sé, un magnetismo, che agisce in maniera benefica su coloro che lo circondano.
Il fuoco interiore che si produce ‘brucia’, trasmuta i vecchi atomi dei suoi corpi eterico, astrale e mentale, e nuovi atomi di un ordine più elevato si sostituiscono grazie a questa trasmutazione alchemica. Stesso discorso vale anche per il corpo fisico, dove anche qui ogni atomo verrà trasmutato e salirà di un’ottava.
In tal modo, a un certo punto, egli non sarà più in grado di provare emozioni come paura, ansia, rabbia, per il semplice fatto che non possiederà più gli atomi necessari per farlo. Mentre proverà serenità, gioia, amore, compassione, avendo trasformato un numero sufficiente di atomi idonei ad esprimere emozioni superiori.
Modalité jumeaux.
“Le rescapé c’est celui qui restera à jamais double, mais
qui fera de la parte de l’autre, une force vivante, vibrante.”
Da FLORENCE GRILLOT Annecy (Haute Savoie, France)
La modalità gemellare è trasformazione alchemica.
“Già metabolizzare è fondamentale. Come il digerire…uguale! Anch’io metabolizzo praticamente di continuo: ci sono cose che digerisco velocemente e altre che mi si piazzano sullo stomaco e stan lì. Mi accorgo che è andata quando mi sento meglio fisicamente e quando a un determinato stimolo non corrisponde più la stessa identica risposta di sempre. Esempio: domenica sono con una coppia di amici che ad un certo punto discute. In passato la cosa mi avrebbe messo fortemente in difficoltà, sarebbero scattati i giudizi verso loro e verso me. Stavolta è successa una cosa bella: ero lì presente e non sentivo di dover né prendere posizione verso l’uno o verso l’altro ma sentivo in cuor mio molto serenità. Con questo intendo dire che spesso due parti litigano interiormente ma trovano, alla fine, il modo di comprendersi”.
LAURA RUBIOLA Comabbio (Va)
Solitudine liberata.
“Ho avuto una ciste dermoide alla testa, ci sono nata, e a 5 anni me l’hanno tolta. Quando ho scoperto di essere gemella mi sono tenuta la testa tra le mani per giorni la sera quando andavo a dormire, e non vi dico per quanti mesi ho abbracciato nel letto il cuscino parlandole e piangendo. Sono emozioni fortissime e immense. Ho scoperto e capito tante cose di me. Comunque, se penso a tutto, a quanto mi è mancata mia sorella, senza sapere che era lei che mi mancava, è indescrivibile il vuoto che lascia e che resta.
Ho pubblicato ‘Solitudine liberata Parole, per la mia gemella svanita’ con il desiderio che la sindrome fosse più conosciuta possibile, visto quanto influisce sulla vita di chi ne è coinvolto e quanto invece sia poco conosciuta. E se pubblicare poesie o libri può servire a farla conoscere, ben venga!! Siamo tanti… Ecco tra tutte le poesie che ho scritto, quelle che ritengo più significative, una del prima di sapere di essere gemella, una del durante, nel pieno tumulto dell`integrazione, e una del dopo…che descrive la pace che ne è seguita”.
“Strana compagna l’assenza: Qualcosa ti manca Quel qualcosa lo fuggi. Nel centro del petto sta l’assenza
muove le tue mani in avanti già sicura di trovare un vuoto.
Se trova un pieno, scappa se trova il vuoto, piange.”
“Ci sono ali, fulmini, profondità abissali e anche luce, dolcezza attaccati a questa nuca, volteggiano dietro di me
impetuosi e vitali mi danno la spinta.
I pugni si allentano, I palmi si aprono, ma allora, è così che si nasce?
Quando tutto crolla indietro rosso e denso e lì non puoi più stare,
e avanti c’è l’aria che fa male ad entrare che entra e ti apre I polmoni
E ti fa respirare.
Ma allora è così, è cosi
Che si nasce?”
“È come rinascere a nuova vita, tolta la diga al vivere che si perdeva in palude. Scorre, gorgoglia, irriga Tintinna argentina adesso La vita verso il mare.”
E tutto torna. Anche le mie relazioni fino ad allora.
Adesso sono ‘sola’ da tre anni, non ho relazioni ma…non ho mai più sentito quel vuoto e quella malinconia che ha sempre accompagnato la mia vita in ogni dove (ho fatto viaggi lontani, cercavo sempre non so cosa…). Oggi mi sento pronta a conoscere questa parte di me molto energica, vitale, creativa che vuole uscire e prendere spazio …”.
Un abbraccio, GIULIA TANZINI Empoli (Fi)
Modalità gemellare: parole come diamanti per la Luce che portano in sé.
“… riconosco la tua presenza quando il cuore implode
… quando le mie parole diventan poesia…
Prima o poi avrebbe avuto risposta la mia ricerca d’Amore, oltre la malinconica solitudine,
ormai arresa senza più nulla da perdere …
Forte ed indelebile il segno dell’Incontro,
fra respiro ed espiro,
in uno spazio vuoto,
che ha sancito la certezza della presenza energetica del mio gemello non nato con me.
Teatro del momento l’utero materno, dove ormai sola, sono iniziate e con entusiasmo non ancora esaurite,le mie domande verso il processo di integrazione della modalità di concepimento gemellare, sinonimo di forza e presenza, che avrebbe supportato la mia esperienza terrena, un movimento spontaneo che non ha regole ma solo scoperte.
Dare senso a quella solitudine, è stato il primo movimento gioioso felice, speditamente esplorato per nutrirmi, sensibilizzata all’ascolto della sua ‘voce/presenza’ oggi non ancora perfettamente riconosciuta.
Essere parte di … ripercorrere il tempo trascorso … riconoscere e sanare i programmi biologici elusi …
Sentirsi‘due in uno’ (e sempre più ‘Uno’) è la percezione del ‘dono nuovo della vita’ per potenziare il risveglio.
La vita sa quel che deve fare … era già tutto previsto, e l’informazione si sta espandendo a ogni latitudine, per la trasformazione potenziata che auguro dilaghi da ora in poi senza limiti.
Il lavoro interiore per l’assimilazione della ‘Modalità Ge oggetto del 1’ e 2’ libro delle autrici C. Civallero e M.L. Rossi sulla tematica è l’unica scelta necessaria che ci permette di darci amore e diffondere amore.”
PAOLA DASI Verucchio (Rn)
Introduzione
Paragonarci a John Lloyd Stephens e Frederick Catherwood, gli esploratori che per primi portarono in luce una delle sette meraviglie del mondo, ovvero la piramide di Chichen Itza in Messico, è stato provvidenziale. Li avevamo citati nelle introduzioni del nostro primo libro Il mio gemello mai nato e del secondo, Modalità gemellare, ignare che niente di più simile a quanto stavamo cercando fosse nascosto proprio nel passato, e che le piramidi avessero, in qualche modo, un collegamento strategico ai fini della ricerca gemellare.
La sindrome del gemello che resta, il gemello che resta, la gemellarità incompiuta, non sono altro che termini in progressione temporale dell’evoluzione delle nostre ricerche. La nostra curiosità, e l’instancabile desiderio di giungere a costruire, o ipotizzare, un ponte di collegamento fra noi e la figura del gemello non nato, hanno reso possibile l’incontro fra noi, argomenti e autori, di cui non potevamo sospettare l’esistenza. Il viaggio verso la scoperta del gemello non nato si rivela ogni volta un’esperienza magnifica, e ci conduce a proseguire per poter offrire al lettore la possibilità di attingere a ricerche attuali, innovative, audaci.
Siamo concepiti in due e nasciamo soli. Questo è il punto di partenza che abbiamo esplorato nei due testi precedenti, nei quali abbiamo approfondito le dinamiche e gli scenari emotivi, fisiologici e psicologici in cui veniamo a trovarci quando facciamo esperienza della sindrome del gemello. Non soddisfatte dei preziosi dati che abbiamo scoperto, e ancora assetate di sapere altro in merito ci siamo spinte ancor più avanti: abbiamo aperto il velo che ci separa dal futuro e abbiamo sbirciato la direzione verso cui l’umanità è rivolta.
Per avere l’ardire di tanta curiosità ci siamo spostate nel passato, come per prendere slancio. Abbiamo attraversato la storia dell’umanità, abbiamo spulciato fra i secoli, e ci siamo imbattute in ipotesi che definirle ambiziose è un eufemismo.
La nostra spasmodica ricerca è partita da due domande. Ci siamo chieste: e adesso che sappiamo che siamo concepiti in forma gemellare cosa possiamo fare per usufruire di questa notizia? la risposta, che chiaramente non è stata immediata, ci ha spinte alla stesura di questo terzo libro, terzo in ordine cronologico rispetto al filo conduttore dell’argomento, ma contemporaneamente primo libro di ricerca nei confronti della funzionalità gemellare applicata.
L’altra curiosità è stata di tipo geografico pratico: perché l’uomo da sempre ha costruito le piramidi? A cosa sono servite realmente? Dal Messico all’Egitto, passando per i Balcani e l’Oriente, cosa ha spinto l’uomo a elevarsi? Cosa stava cercando che sulla superficie terrestre non trovava? Forse un punto di osservazione? Forse costruire edifici di altezze imponenti poteva permettergli di osservare meglio la grandezza del territorio? Le risposte, alcune già note ad antropologi e archeologi, non hanno esitato a manifestarsi. L’uomo da sempre tenta di costruire un ponte per riconnettersi alla sostanza di cui è composto. Siamo figli delle stelle, siamo fatti della stessa loro sostanza e cercare di osservare il cielo e desiderare di vivere sulla Luna o su Marte non sono altro che tentativi inconsci di riconnettersi alle proprie origini.
Veri e propri orologi astronomici, le piramidi fungono tutt’oggi da catalizzatori. Il loro orientamento racconta e testimonia quale fosse il livello di conoscenza scientifica dei nostri predecessori. 4000-5000-6000 anni fa l’uomo conosceva informazioni matematiche, astronomiche, geometriche che oggi sarebbe impensabile poter scoprire nonostante i dispositivi elettronici di cui facciamo uso quotidiano. Le teorie darwiniane ci hanno solleticato l’intelletto per più di un secolo, e la nostra civetteria intellettiva si è accontentata di inseguire informazioni insoddisfacenti: pare che per un periodo piuttosto lungo l’umanità si sia accontentata di non sapere, di non chiedere. L’anello mancante fra il nostro passato e il nostro futuro va assolutamente ritrovato. Una catena affida la sua forza all’anello più debole, e questo gesto di fiducia inconsapevole non giustifica l’inerzia culturale a cui ci siamo soggiogati.
Ogni giorno la vita ci stupisce dimostrandoci che è possibile qualcosa che non si pensava esserlo: parliamo di fisica quantistica quotidianamente. Il termine è uscito dalle aule scolastiche e si è diffuso fra la gente; chiunque sa che il potere di ciò che non è visibile, benché misurabile, supera di gran lunga la potenza di ciò che definiamo materia. Onde e particelle si comportano allo stesso modo e influenzano la nostra vita. Il campo morfico, le sensazioni che proviamo in presenza di alcune persone, la capacità di percepire e comunicare telepaticamente, senza usare la forma verbale, è normale consuetudine. Non ci stupiamo di sentire squillare il telefono e scoprire che a chiamarci è la persona a cui stavamo pensando un attimo prima.
I termini coniati dai famosi psicologi Carl Gustav Jung e Sigmund Freud, solo per citarne alcuni, vengono utilizzati nel parlare comune: inconscio e conscio sono
i più diffusi. La nostra esplorazione presente in questo terzo libro rende possibile comprendere che attraverso questi termini possiamo costruire forme di guarigione autonome. Guarire, termine che deriva dalla radice Var, guardare, difendere, preservare, oggi usato come rimettere in salute, e che in questo contesto non ha alcuna accezione medica, significa proprio attingere alle proprie potenzialità per poterle esprimere a proprio vantaggio biologico. La nostra essenza e struttura sono organizzate secondo leggi energetiche che vantano origini antichissime.
Vi condurremo attraverso una lettura accattivante e appassionata illustrandovi quale percorso l’uomo ha compiuto fino a oggi per manifestare i propri talenti, e insieme, scopriremo come sia possibile incanalare l’energia gemellare di cui siamo permeati per rendere la nostra esistenza più coerente.
Avvertenza
Nel rispetto di coloro che hanno scelto di voler intraprendere un viaggio alchemico attraverso questo nostro saggio e nel voler onorare le energie spese nella ampia e nutrita ricerca scientifica che, da sempre, caratterizza i nostri libri ci preme avvisare i lettori che la struttura “animica” di Doppi per essere Unici è multidimensionale: volutamente il libro è stato diviso in quattro parti.
Nella prima e nella seconda parte abbiamo ancora affrontato la tematica della modalità gemellare attingendo da dimensioni squisitamente artistiche quali
quella cinematografica, musicale, piuttosto che letteraria, palcoscenici preferiti di artisti che hanno saputo raccontare e rappresentare la propria gemellarità attraverso scelte geniali, che hanno condotto al successo.
Per addentrarci nelle multidimensioni della terza e quarta parte vi invitiamo ad accomodarvi nello shuttle, non temete: la tuta spaziale la forniamo noi. Alcune parti potranno sembrare di difficile approccio ma è necessario addentrarci in dimensioni più sottili, utilizzare la magia della interdisciplinarità: vi accompagneremo a scoprire che solo attraverso le audaci scoperte scientifiche, nello studiare e scrutare le pieghe della Vita, ci è possibile comprendere l’origine della nostra condizione e quindi porre le necessarie intenzioni per il nostro futuro.
Al ritorno dal viaggio interstellare vi promettiamo un atterraggio morbido: la quarta parte riserva ai lettori il meritato premio; è una parte dedicata agli esercizi, alle tecniche, agli strumenti che operano in modo analogico per condurci laddove è necessario arrivare, allo stato di coerenza.
Allacciate le cinture, buon viaggio a tutti!
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