Itziar Ituño, l’attrice basca che ne La Casa di Carta ha interpretato l’ispettore Raquel Murillo alias Lisbona, è la protagonista di una nuova opera televisiva uscita nell’estate del 2024 su Netflix con il titolo italiano Privacy (il titolo originale è Intimidad).

Le otto puntate della serie TV la vedono nei panni di Malen Zubiri, un’avvocatessa candidata sindaco della città di Bilbao. Per via di una serie di vicissitudini cade vittima della divulgazione di un video che la ritrae in scene piuttosto esplicite nelle quali, senza abiti, si accompagna a un uomo il cui volto rimane in ombra.

Il video viene diffuso con lo scopo di screditarla e, anche se inizialmente lei lotta con tutte le forze per mantenere a testa alta la sua dignità, il tessuto familiare e sociale in cui si muove si sgretola sotto i suoi piedi.

Parallelamente si sviluppa la storia di una giovane donna, Ane Uribe, che vive la stessa esperienza. Il materiale pornografico in cui è consenzientemente ritratta viene condiviso fra i reparti dell’azienda dove lavora come operaia. A nulla valgono le sue richieste rivolte all’amministrazione affinché la calunnia disperda fisiologicamente i suoi toni: il video, come quello di Malen, diventa virale e poi fatale, mentre la maggior parte dei suoi colleghi si lasciano istigare a condannarla, umiliarla e processarla pubblicamente, rendendola schiava di victim blaming[1].

Le due donne, per via dei rispettivi caratteri ed esperienze di vita, reagiranno in modo differente: una tenterà di tutelarsi e l’altra troverà impossibile sopportare il peso della derisione.

Privacy, scritto nel 2022 da Veronica Fernandez e Laura Sarmiento Pallares, racconta infatti l’orribile delitto della violazione della sfera intima di una persona e quali strumenti attualmente si possono utilizzare per risollevarsi da un danno così devastante.

Il tema è in perfetta linea con l’argomento del libro a diffusione gratuita INTERNET HATERS E TROLLS: chi sono, perché odiano online, come difendersi di Andrea Giostra e AA.VV., perché è proprio attraverso i social che avviene la diffusione del materiale incriminato e sempre attraverso la rete le persone si schierano, giudicano, criticano, condannano.

Quale disegno delinea i confini della nostra intimità? Come dovremmo comportarci di fronte a un gesto di pura malvagità che nasce da un risentimento assurdo e inspiegabile, forse atavico? Che cosa ne è delle nostre vite quando un evento privato si trasforma in argomento di pubblica discussione?

Difendersi quando si è sotto il mirino di una collettività istintivamente propensa al linciaggio morale ha un peso specifico incalcolabile, e le maglie che proteggono la psiche di una persona in fuga difficilmente reggono il colpo.

A distruggere un individuo ci vuole davvero poco: lo sanno bene le vittime di revenge porn, alcune delle quali arrivano perfino al suicidio, come Tiziana Cantone la cui storia ha portato il Parlamento a discutere un disegno di legge che mirava a introdurre l’art. 612-ter del Codice Penale, “concernente il reato di diffusione di immagini e video sessualmente espliciti”, presentato dal sottosegretario Sandra Savino nel settembre 2016.

Per molte delle vittime di haters e trolls ecco comparire una paradossale trasfigurazione della realtà: l’essere privi di abiti mette a nudo la violenza degli odiatori seriali che attaccano il malcapitato trasformandolo in colpevole; un terremoto del genere spezzerebbe la rispettabilità di chiunque.

Come difendersi lo possiamo leggere nei capitoli del libro gratuito: occorre prestare grande attenzione, intervenire tempestivamente per bloccare la diffusione della calunnia, e denunciare.

Invito a riflettere sulla dichiarazione rilasciata dall’attrice Itziar Ituño: “L’importante è che questa serie offra agli spettatori qualcosa di più del puro intrattenimento. Dovrebbe riuscire a farci pensare, a metterci di fronte a una situazione difficile, che in realtà non è altro che una delle tante che questi personaggi devono affrontare in quanto donne”.

Per ripristinare il garbuglio emotivo che spinge gli odiatori a voler distruggere la reputazione di essere umano dobbiamo rieducarci, nessuno escluso, a una seria forma di senso civico, perché chiunque può trovarsi nel ruolo della vittima.

LEGGI ANCHE IL PRECEDENTE ARTICOLO COLLEGATO: INTERNET HATERS E TROLLS

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CATERINA CIVALLERO saggista e scrittrice

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[1] Il victim blaming, o colpevolizzazione della vittima, consiste nel ritenere la vittima di un crimine o di altre sventure parzialmente o interamente responsabile di ciò che le è accaduto, e spesso nell’indurla ad autocolpevolizzarsi. È un fenomeno tipico anche nelle coppie dove l’uomo considera la donna come un oggetto di proprietà, sulla quale esercitare un dominio completo anche tramite la violenza.