In Italia oggi iniziano gli esami di maturità; genitori e figli sono coinvolti in una prova estenuante che durerà giorni e che porterà tutti a interrogarsi sul come gestire l’ansia e la paura.
Per chi mastica i rudimenti delle medicine naturali, quelle definite complementari, ovvero in antitesi con quella ufficiale, è chiaro che di fronte alla paura a nulla vale resistere.
Per chi si sta approcciando a questo tema potrà sembrare un’affermazione lapidaria e sarà mio compito sciogliere questa sensazione. La paura è una reazione primaria fondamentale del nostro sistema biologico; la medicina tradizionale cinese (conosciuta con l’acronimo MTC) ci insegna come i cinque elementi presenti in natura siano determinanti al fine della gestione degli equilibri corporei, fisici e psichici. La MTC li suddivide in fuoco, terra, metallo, acqua, legno e attribuisce a essi una coppia di meridiani, a cui sono associati organi o funzioni biologiche, capaci di gestire precise emozioni.
La parola emozione ha un significato davvero meraviglioso: emo origina dal greco e significa sangue, mozione ha significato di movimento: le due parti unite ci spiegano che nel sangue avviene uno spostamento, un cambiamento. Ricordo, per essere certa che tutto abbia un senso chiaro e completo, che a livello istologico il sangue è classificato come tessuto, e non come fluido, e che pertanto viene esso stesso equiparato al funzionamento di un organo; incredibile, vero?
Recenti scoperte scientifiche delineano nuovi orizzonti e ci spiegano che il sangue ha capacità proprie di spostamento elettromagnetico – ricordo che contiene ferro –; questa caratteristica attribuisce al sangue una responsabilità attiva e una dignità biologica importante. Fino a questo momento abbiamo sempre pensato che il sangue fosse un liquido spinto e gestito dalla pressione sanguigna, un fluido che delegava il suo spostamento a quello del muscolo cardiaco, ma non è così.
Se stai continuando a leggere questo articolo è segno che hai varcato il confine della scienza che fino a ieri ci spiegava il funzionamento della macchina umana secondo le leggi della meccanica e della biochimica, ma l’uomo è anche elettromagnetico. È nella coordinazione di queste tre forme di energia che va ricercato il perché del nostro essere.
Il corpo umano è una macchina biologica biochimica ed elettromagnetica mossa da un campo energetico esterno che la condiziona e che, a sua volta, il corpo stesso condiziona. Se siamo pronti a comprendere che il nostro corpo non termina dove gli occhi vedono, allora possiamo prendere in considerazione che l’origine delle emozioni, e la loro gestione, ha un’espansione davvero affascinante e che conoscere il nostro funzionamento diventa la vera ricerca del sé.
Sul frontone del tempio di Apollo, a Delphi, c’è scritto γνῶθι σαυτόν che tradotto vuol dire “Uomo conosci te stesso”, questa esortazione scritta nel IV secolo a. C. ci spinge a muovere un discorso che alla luce delle scoperte odierne ha molto da insegnare.
Faccio un piccolo passo indietro e riaggancio il discorso emotivo agli elementi della natura: all’elemento fuoco vengono abbinate gioia, patimento, afflizione, compassione; all’elemento terra sono affidate preoccupazione, prudenza, timidezza, rimuginazione, risentimento; all’elemento legno coraggio, ira, rabbia, collera; all’elemento metallo sono affidate le emozioni legate a tristezza, depressione, malinconia, delirio di onnipotenza, genialità, e all’elemento acqua paura, ansia, panico, preveggenza, intuizione.
Se ci soffermiamo a pensare che l’elemento acqua governa gli organi rene, surrene e vescica, e che qui abbia sede la paura, possiamo creare una fitta rete di ragionamenti e visualizzare che in questo punto del corpo hanno sede la zona riproduttiva, e il secondo chakra Svadhisthana; secondo la medicina ayurvedica esso è strettamente legato al dialogo con la madre terra, e anche in questo contesto viene riconosciuto il suo legame con lo scorrere dell’acqua.
L’emozione della paura generata e sviluppata in questo punto viene poi diffusa attraverso il sangue in tutto il corpo. Senza volerla vedere a tutti i costi come una cosa negativa, potremmo iniziare a comprendere che attraverso questo chakra e questo elemento, e grazie alla funzione degli organi a esso strettamente legati, il corpo ha la capacità di esprimere una percezione che traduce in emozione e di farla circolare, grazie al sangue, in tutto il corpo. Il sangue diviene messaggero energetico, diventa il nostro postino che raggiunge ogni distretto per consegnare un dispaccio di allerta. Avvertire il corpo in maniera, appunto, capillare di un cambiamento energetico ha un valore imprescindibile ai fini della sopravvivenza. “Uomo avvisato mezzo salvato” cita un proverbio che utilizziamo spesso, forse, senza soffermarci sui molteplici significati che può avere.
Nella gestione della sopravvivenza ricevere in anticipo la notizia di un cambiamento accelera i battiti del cuore, ci si affaccenda, si diventa più operosi. Quando, però, la notizia del cambiamento ci blocca? Quando la paura ci paralizza? Già, perché l’emozione quando è ingestibile esonda e ci soppraffà…
Quando il corpo entra in uno stato di ipereccitazione è segno che la trasmissione chimica ed elettromagnetica hanno amplificato la loro risonanza.
Sempre basandomi su ricerche scientifiche documentabili, mi riferisco alle scoperte della Dottoressa Isabelle Mansuy docente all’Istituto federale di tecnologia (Eth) e dell’ateneo di Zurigo e i ricercatori del Brain Research Institute dell’Università di Zurigo che sono riusciti a identificare piccole frazioni di materiale genetico chiamato microRNA scopriamo che siamo i portavoce di informazioni biologiche appartenenti ai nostri predecessori. La particola rintracciata, e registrata, ha la capacità di metterci in relazione con le emozioni vissute dai nostri consanguinei fino alla terza generazione come spiega l’articolo collegato.
È come dire che quando il postino ci consegna il dispaccio in casa non ci siamo solo noi; apriremo la busta in presenza di parenti che alimenteranno lo stato di allerta e di confusione. Questa è l’amplificazione energetica di un’emozione.
Sembra follia, potrebbe apparire incredibile, ma si tratta di scienza.
Ma accade sempre così?
No, fortunatamente lo stato di amplificazione dell’emozione si manifesta solo quando ci sono traumi irrisolti, come spiegano i ricercatori americani e svizzeri che affermano: “Le esperienze traumatiche influenzano il metabolismo a lungo termine, i cambiamenti indotti sono ereditari e gli effetti del trauma ereditato sul metabolismo e i comportamenti psicologici persistono fino alla terza generazione. Lo squilibrio dei microRNA nello sperma si è dimostrato un fattore chiave per il passaggio degli effetti del trauma da genitore a figlio”.
A questo proposito occorre riflettere sull’importanza di agire con metodi analogici come la visualizzazione, la scrittura, la preghiera, il massaggio, la meditazione, gli atti sacri e di sanificazione, sul nostro equilibrio energetico e sulla pacificazione genealogica.
Se comprendiamo che le nostre emozioni sono figlie di dialoghi più ampi della relazione che esiste fra stimolo e risposta e che l’intensità delle nostre reazioni, quando siamo di fronte a uno stimolo esterno, sono generate da qualcosa che non nasce nell’immediato, e di cui noi siamo i portavoce, tutto prende un significato differente.
Se riusciamo a immaginare che parte delle nostre emozioni siano la voce di qualcosa che agisce attraverso noi anche se ci sembrerà un discorso strano, ma non impossibile da accettare per iniziare una vera rivoluzione evolutiva, avremo fatto un grande atto di considerazione, altra parola composta dal termine siderale che ha doppia valenza: come spiega la mia collega Maria Luisa Rossi, naturopata iridologa e ricercatrice, da un lato ci fa pensare al tempo e dall’altro ci riporta al concetto del ferro (rifletti sulla parola siderurgico). La radice con permette di legare le due parti e ci insegna come una sola parola riesca a contenere un significato potente e immenso: considerare diventa un portale che, se decido di attraversare, mi sposta e mi conduce altrove.
Quando a gemere immersi nella paura crediamo siano i nostri sensi dobbiamo riagganciarci al concetto collettivo che spiega che tutto è uno e a quello scientifico che dimostra che noi siamo la manifestazione di un campo biologico chimico ed elettromagnetico più ampio di ciò che è visibile.
Se è vero che percepisco la paura collettiva e degli avi è anche possibile connettermi alla loro saggezza e pacificazione.
In questa nuova ottica è visibile una nuova via d’uscita.
Nella connessione con noi stessi e con tutte le parti di cui siamo costituiti e con cui siamo in contatto è contenuta la risposta per costruire l’armonia.
L’uomo entra in uno stato di panico quando si sente solo, quando crede di non farcela, quando chiude le sue orecchie e il suo cuore a tutto. È nella paura stessa che è contenuto il suono capace di risanarci e, se nella solitudine troviamo il baratro, nella collettività incontriamo la forza.
Questo articolo ha lo scopo di indicare che esistono numerose vie percorribili per trovare la strada che porta al benessere.
In bocca al lupo a tutte le persone che sono sottoposte a esami, oggi e nella vita.
CATERINA CIVALLERO saggista e scrittrice
Esperta in nutrizione e psicogenealogia junghiana, come autrice ha all’attivo la pubblicazione di 17 libri: organizza corsi, seminari e sessioni individuali e di gruppo per lo sviluppo dell’autogestione consapevole.