Ciao Maria Luisa, benvenuta e grazie per aver accettato il mio invito. Come ti vuoi presentare ai lettori del mio blog? Chi è Maria Luisa naturopata, scrittrice e ricercatrice indipendente?
Ciao Caterina, grazie per l’invito, ne sono onorata.
Maria Luisa è innanzitutto un’Energia Umana che riveste molteplici ruoli.
Parlando di me in prima persona posso affermare di essere profondamente interessata a indagare l’origine dell’umanità, dei suoi disagi e delle sue patologie. Nella mia attività di ricerca l’attenzione è da sempre rivolta all’aspetto psico-biologico dell’individuo considerato nella sua integrità, come universo singolo in continua comunicazione vibrazionale con il sistema umano. Nello specifico, nell’ambito della mia professione di Naturopata, ho adottato il principio dell’indagine causalistica del disturbo, attraverso tecniche e strumenti appropriati, che fanno della Naturopatia una vera e propria Scienza del Benessere. In conseguenza di questi interessi organizzo e conduco corsi specialistici in pedagogia dell’autoguarigione.
In tempi decisamente più recenti le ricerche si sono concentrate nell’ambito della fisica quantistica, con l’obiettivo di dimostrare come l’universo concepisse le proprie creazioni attraverso ologrammi e sistemi di frattali, rintracciabili anche nella ricchezza siderale dell’universo tanto quanto negli equilibri osmotici della cellula umana. Da qui, arrivare a parlare di campi energetici del più potente campo energetico umano, ovvero il toroide generato dal nostro cuore, il passo è breve. Ce ne vuoi parlare?
Tradizionalmente, gli scienziati credevano che fosse il cervello a inviare informazioni ed emettere dei comandi per il corpo, compreso il cuore, ma ora sappiamo che si tratta di una comunicazione e di una influenza biunivoca.
La ricerca ha dimostrato che il cuore comunica con il cervello in quattro modi principali: neurologicamente (attraverso la trasmissione degli impulsi nervosi), biochimicamente (tramite ormoni e neurotrasmettitori), biofisicamente (attraverso le onde di pressione) ed energeticamente (attraverso le interazioni del campo elettromagnetico); le informazioni che il cuore invia al cervello possono influire sulle proprie prestazioni fisiche e mentali.
Nello specifico, quando il cuore si trova in uno stato di coerenza, quindi stabile, con onde perfettamente sinusoidali nel suo ritmo, il corpo, compreso il cervello, comincia a sperimentare tutti i tipi di benefici, tra i quali una maggiore chiarezza e capacità mentale.
Quando possiamo affermare che il cuore si trova in uno stato di coerenza? Quando sperimentiamo situazioni positive come la cura, la compassione, la considerazione, la gratitudine per qualcuno o qualcosa; il cuore elabora queste emozioni e comincia a diventare coerente e a inviare informazioni in coerenza in tutto il corpo.
Diversi studi hanno dimostrato senza alcuna ombra di dubbio che le emozioni umane sono in grado di cambiare la forma del DNA, senza alcun tipo di contatto fisico, ma agendo semplicemente sul lato emotivo.
Ecco l’obiettivo della mia ricerca e della mia modalità di fornire sostegno nelle consulenze individuali: riattivare lo stato di coerenza.
Con quali strumenti? Innanzitutto il potente strumento della visualizzazione, dell’imaging.[1] Strumento di cui John Lennon si è avvalso, con il suo testo dal successo planetario, “Imagine”, per creare un mantra che potesse attraverso l’immaginazione realmente curare il mondo.
[1] Dal verbo “to image” – imaging viene tradotto come produzione di immagini.
Sembra una forte contraddizione affermare che attraverso l’immaginazione si possa realmente curare il mondo.
Ebbene sì, meditare, che è lo stato che si raggiunge nell’atto di visualizzare, ha la stessa origine etimologica della parola medicare: uno strumento che propongo nelle consulenze individuali, nei corsi di formazione e negli incontri di gruppo. La capacità autoguaritrice è attivata da una pratica ritualistica ancestrale, attraverso l’utilizzo di strumenti in grado di comunicare analogicamente con i programmi sistemici della nostra psūkhē.
…chi è invece Maria Luisa “donna e madre” nella sua quotidianità?
Maria Luisa è una donna impegnata nel volontariato e nell’evoluzione dell’ambito umano.
Credo fermamente che sia molto più facile influenzare positivamente il nostro prossimo attraverso un atto costruttivo, piuttosto che con un gesto sinistro. Ognuno di noi è potentemente collegato al sistema umano e l’esempio del singolo può diventare nutrimento per l’intera collettività.
L’esperienza della maternità proietta alla velocità della luce la neomamma in dimensioni completamente altre; nelle difficoltà di dover accudire, nutrire, sostenere, comprendere, si sviluppano risorse e talenti che sono innati e potenzialmente disponibili: empatia, capacità di ascolto, perseveranza, determinazione, compassione e soprattutto la capacità di amare senza nulla pretendere.
Ringrazio dal profondo del cuore i miei figli per aver contribuito alla crescita, alla evoluzione, alla trasformazione della mia anima, dove le priorità cambiano e i bisogni si aggiornano.
Come nasce la tua passione per la scrittura? Ci racconti come hai iniziato e quando hai capito che amavi scrivere?
La passione per la scrittura nasce dalla necessità di ristabilire un rispetto, quasi religioso, per il significato reale, primigenio, che le parole possiedono: nel loro uso, oggigiorno, si assiste sempre più spesso allo stravolgimento del significato etimologico, cambiandone di conseguenza la funzione e il senso.
La scrittura inoltre rappresenta uno strumento fondamentale per poter strutturare e divulgare i contenuti delle ricerche.
Ci parli del libro a cui hai preso parte recentemente «Archetipo Africa − Il culto degli Antenati nella Psicogenealogia» e come sia collegato al benessere? Come nasce, qual è il messaggio che arriva al lettore, quale la storia che ci racconta?
Archetipo Africa è il primo libro della Nuova Collana editoriale pubblicata da Alessandro Zecchinato. In questo prezioso testo intervista Caterina Civallero, amica e collega da quasi dieci anni (abbiamo scritto a quattro mani i tre saggi della serie dedicata alla modalità gemellare) e le pone un quesito fondamentale basato sulla frase che lei aveva scritto nel libro Figli della Terra: In Africa un uomo se è solo è morto. L’unione rende forti e permette di salvarsi dalle difficoltà, dalla fame, dal buio e dal sole. La domanda di Alessandro è stata: questa affermazione vale anche per noi occidentali? Evito di svelarvi la risposta ma condivido parte del testo che sono stata invitata a elaborare in veste di costellatrice: Ogni famiglia, ogni stirpe, ogni relazione umana, attraverso la propria storia e le esperienze di vita, determina un proprio “campo cosciente”. Credere erroneamente di poterci isolare, allontanando da noi qualcosa che è parte intrinseca di noi, equivale a negarci la possibilità di evolvere. La psicogenealogia e le costellazioni familiari permettono di entrare in contatto con il soggetto per ottenere informazioni importanti su ciò che disturba o favorisce l’equilibrio nei rapporti esistenti. Tutto questo avviene attraverso un movimento inconscio e spontaneo davvero affascinante.
Quindi, il primo step verso la guarigione è cambiare il nostro set-point emotivo, la via è chiarissima e non contempla alternative: solo permettendo che il trauma si “riveli”, permettendo quindi a noi stessi di sentirlo, di possederlo, di attraversarlo, ci concediamo la possibilità di amare davvero e prenderci cura della nostra parte ferita.
La vita quindi così concepita e ri-strutturata comincia ad assumere le fattezze di un’impresa eroica, in cui si alternano cicli infiniti di ferite e di cure, in un processo evolutivo continuo e costante.
Chi sono i destinatari che hai immaginato mentre scrivevi il tuo capitolo?
Una umanità che ha sete di sapere, di comprendere e di agire per cambiare.
Una domanda difficile, Maria Luisa: perché i lettori del mio blog dovrebbero interessarsi alle costellazioni familiari, alla meditazione e ai libri che hai pubblicato? Prova a incuriosirli affinché vengano a conoscerti alle presentazioni e alle sessioni di gruppo che conduci o a cercare i tuoi libri sui portali on-line.
Nelle creazioni della natura, della musica, della biologia, della fisica, delle stelle, dell’arte, dell’alchimia e di tutto ciò che crea ed è creato, troviamo una matrice comune da cui tutto si dipana in modo frattale e infinito.
Riconoscere questo sottile e indissolubile filo creatore nello scorrere di ogni singolo giorno, farà la differenza tra la sconfitta e la vittoria, tra vivere e morire.
L’alchimia della trasformazione è l’essenza stessa dell’essere umano: morire nella nostra vecchia personalità per risorgere come esseri nuovi e lucenti.
Un diverso modo di “guarire” è l’unica possibilità che abbiamo di crescere, di evolverci: il processo di guarigione può cominciare solo dentro noi stessi.
C’è qualcuno che vuoi ringraziare per il raggiungimento dei tuoi successi? Se sì, chi sono queste persone e perché le ringrazi pubblicamente?
Ringrazio innanzitutto chi mi ha accompagnato in questa avventura, in primis Caterina Civallero, i colleghi, le persone che ho incontrato in consulenza e ai seminari, per aver contribuito, ognuno con il proprio vissuto, a generare un tessuto di esperienze di valore. Ringrazio la mia famiglia per la pazienza, per la comprensione e per i silenzi nei quali risiede la possibilità di incontrare noi stessi.
«Impara a entrare in contatto col silenzio che è dentro te stesso e a capire che tutto in questa vita ha uno scopo» afferma la dottoressa Elizabeth Kübler-Ross, psichiatra svizzera considerata la fondatrice della psicotanatologia. Nel tuo lavoro dedicato al benessere utilizzi la meditazione a tutto tondo: adesso che ti conosciamo meglio ci vuoi dire qualcosa di più in proposito e come può essere adoperata per affrontare il lutto o le perdite in genere?
La visualizzazione che viene condotta in uno stato meditativo ci permette di recuperare vissuti non elaborati, non accettati. Possiamo compiere un viaggio reale in una precisa dimensione spazio-temporale, laddove si è collocata la perdita, e riattivare un primo contatto ristabilendo una relazione.
A questo si aggiunge il fatto che in uno stato meditativo il nostro cervello emette una frequenza diversa che sta tra le onde Alpha e le onde Theta, un tipo di frequenza che denota benessere, e un’attività rigenerativa del nostro encefalo.
«Chi non medita è come colui che non si specchia mai» sosteneva Padre Pio. Qual è il tuo parere in proposito? Meglio guardarsi o guardarsi nell’altro?
Verissimo, concordo. In realtà la meditazione non contempla una scelta tra le due opzioni, una non esclude l’altra. Spesso prima di potersi guardare è necessario specchiarsi nell’altro, nel mondo, lo definirei un passaggio propedeutico necessario.
Quali sono i tuoi prossimi progetti e appuntamenti che vuoi condividere con i nostri lettori?
Sono in procinto di far partire alcuni importanti progetti: due seminari e un libro sulle costellazioni e gli archetipi che affronterà temi inediti che ho analizzato e valutato nel mio percorso professionale. Invito chi fosse interessato a restare aggiornato consultando il mio canale Telegram o la mia pagina Instagram.
Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire ai nostri lettori?
Concludo comunicando la mia gratitudine a te per l’opportunità di questa intervista e ai lettori per l’attenzione che mi hanno dedicato. Vorrei anche condividere un invito per tutti noi: non sacrifichiamo la nostra libertà per la paura che abbiamo di noi stessi e della nostra evoluzione.
Un abbraccio di cuore, grazie!
Cell. +39 338 4677587 e-mail: marialuisarossi1@yahoo.it
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