Di Caterina Civallero e Maria Luisa Rossi
Introduzione
«Non troverai mai la verità
se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti».
Eraclito
Troviamo magnifico questo lavoro di ricerca e scrittura che è nato e si sta sviluppando insieme: ancora ricordiamo quel giorno di fine settembre dello scorso anno, giorno in cui, quasi per gioco, prese vita il nostro
comune progetto. Fu un momento delicato e intenso. Eravamo a un corso di aggiornamento, c’era una pausa, senza motivo apparente iniziammo a parlare delle nostre famiglie, delle origini, degli avi, della vita e del suo senso intrinseco, e a un tratto uno sguardo, un momento di emozione e comunione ci informò che fra noi non vi era nessuna differenza, i racconti di vita di entrambe erano identici, le nostre nonne, madri e zie, avevano vissuto pressoché le stesse esperienze, le stesse sofferenze; i nostri nonni, padri e zii avevano inseguito gli stessi identici sogni, patito le stesse delusioni; in quel momento la comunanza ci comunicava che eravamo entrambe figlie di un sistema molto grande che ci abbracciava strette e ci rendeva sorelle. Fu come un lampo, e seppur impercettibile, diede inizio a un movimento lento e deciso che procede con ritmo e direzione verso un argomento davvero speciale. Da quel giorno, insieme, stiamo raccogliendo materiale per approfondire e spiegare, dal nostro punto di osservazione, quella che per noi è una fantastica, meravigliosa scoperta della vita: dentro l’utero di nostra madre, quando veniamo concepiti, nella maggior parte dei casi, non siamo soli. Il nostro viaggio inizia accanto a un fratello, o a una sorella, o a entrambi, che condividono con noi una parte del percorso e che poi, per regole stabilite dalla natura, per loro si interrompe. Questa immagine, ovvero l’esistenza dei nostri fratelli non nati, ha un nome: essi vengono definiti gemelli scomparsi, e i comportamenti legati a questo rapporto con lui/lei, o con loro, vengono definiti “sindrome del gemello scomparso”, alcuni la chiamano “sindrome del gemello nato solo”, o “sindrome del gemello superstite”; viene anche definita “Vanishing Twin Syndrome” (vts), ma per molti è semplicemente la “Sindrome del gemello”.
Per noi è diventata, man mano che ce ne siamo occupate, “sindrome di chi resta”, e da qui parte la domanda che ci siamo poste “chi c’è in me?”.
A oggi non sono molti gli autori che hanno scritto di questo argomento, che ha visto le sue prime luci al “Terzo Congresso di Gemellologia di Gerusalemme”, nel 1980. La “gemellologia”, termine coniato da Luigi Gedda, pioniere della genetica italiana che utilizzò per primo questo temine, è un argomento molto delicato e nuovo, pertanto molte delle tesi che abbiamo rintracciato offrono pareri non uniformi. Il nostro tentativo è fare chiarezza, aprire nuove strade nella radura del sapere che, forse, altri dopo di noi percorreranno; o anche noi stesse, in futuro, potremmo percorrere ancora con più determinazione e disinvoltura. Adesso ci sentiamo come John Lloyd Stephens e Frederick Catherwood gli esploratori che inseguivano le orme dell’antica civiltà maya, nell’oblio delle foreste meso-americane, alla fine dell’Ottocento. E mettendoci nei panni di coloro che oggi investono denaro, tempo e energie per visitare, conoscere, annusare, toccare e “assaggiare” quelle scoperte, ci siamo chieste perché qualcuno dovrebbe investire denaro, tempo ed energie nella lettura di questo libro. La risposta è implicita nella domanda: così come per Stephens e Catherwood pensiamo si sia trattato di un’esperienza culturale ma anche di grande trasformazione umana, con altrettanta passione auspichiamo che questo progetto possa rappresentare, per il lettore, un viaggio alchemico dentro di sé, una trasformazione animica, spirituale e biologica. Guarire significa passare attraverso un percorso alchemico. Stephens scrisse a proposito dell’America centrale:
«Vi sono buone ragioni per ritenere che tutta questa regione fosse, molto tempo fa, occupata da un unico popolo, che parlava un’unica lingua o almeno impiegava la stessa scrittura. Seduti tra le rovine abbiamo invano cercato di penetrare il mistero: chi erano gli uomini che costruirono quelle città.
La città di rovine era davanti a noi come il rottame di un’imbarcazione in mezzo al mare, con l’alberatura scomparsa, il nome cancellato, l’equipaggio sommerso; nessuno sa dire donde provenga, a chi appartenesse, quanto tempo sia stata in viaggio, quale sia stata la causa del naufragio e quale fosse la sua ciurma, si può solo indovinare da una presunta somiglianza nella struttura del bastimento, ma non si potrà mai conoscere con sicurezza.
La vista di questo monumento (una stele) inaspettatamente trovato generò in noi la convinzione che gli oggetti della nostra ricerca non erano solo degni di interesse come avanzi di un popolo sconosciuto, ma anche come opere d’arte».
Crediamo profondamente che l’oggetto della nostra ricerca meriti il nostro interesse; anche noi, sedute tra i resti di un passato ricco di indizi emotivi e biologici, ci accingiamo a sollevare insieme a voi il velo su questo mistero del gemello mai nato. Va riconosciuto che a oggi mancano ancora molte tessere al mosaico, ma è affascinante osservare quanto magnifico sia il disegno che si sta svelando ai nostri occhi e a quelli di coloro che ci stanno osservando mentre lavoriamo al nostro progetto. Un giorno, forse, questo testo sarà rimpiazzato da qualcosa di più grande e il nostro contributo non sarà stato che una goccia nel mare, ma noi siamo determinate a compiere questo viaggio, questo sforzo, questo compito, questa esplorazione. Da ogni parte della terra ogni giorno, come richiamate a un appello o a un censimento universale, ci giungono importanti testimonianze scientifiche e racconti di persone che sono a conoscenza, per differenti motivi, di questa sindrome. Si tratta di colleghi, di professionisti, di persone comuni, di operatori sanitari di strutture pubbliche e private, ginecologi, ecografisti, ostetriche, levatrici, mamme. Ognuna di queste persone, intervistata per lo scopo o incontrata per curiosa casualità, è al corrente di questa realtà, e ha da offrirci spunti, racconti, testimonianze, libri, articoli, dvd. Man mano che raccogliamo materiale veniamo a scoprire che tutti conoscono la dinamica, nessuno sa darle un nome, ma siamo tutti concordi sul fatto che è bello potergliene dare uno. Siamo profondamente grate a tutte le persone che ci sostengono e che credono in noi. Il vostro supporto è determinante per incrementare la diffusione di questo libro, pertanto il nostro ringraziamento è fortemente sentito, parte dal cuore e siamo certe che possa raggiungervi tutti.
Leggi qui l’e-Book Il mio gemello mai nato
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